terça-feira, 11 de janeiro de 2011

Pluralismo religioso, dono di Dio

Pluralismo religioso, dono di Dio 

Principi di base  

per una convivenza pluralista tra le religioni 



1. Il pluralismo religioso è un dono di Dio, e rivela le singole ric- 

chezze della sua saggezza infinita e multiforme. 


2. Per quanto esprimano una ricerca a tentoni di Dio, le religioni 

sono accolte in sé da Dio nella dinamica della sua infinita apertura e mise- 

ricordia. Non sono solo gli assetati a cercare l’acqua, ma è anche l’acqua 

a cercare gli assetati. 


3. Le religioni sono “frammenti” in mezzo a una sintonia il cui oriz- 

zonte porta il segno dell’incompiutezza. Non è possibile che una tradizio- 

ne pretenda di essere da sola in possesso della verità.. 


4. La verità che anima il cammino delle religioni non è qualcosa di 

cui ci si possa appropriare come una garanzia assicurata, ma un mistero 

sempre aperto da cui le religioni devono lasciarsi possedere. 


5. Le religioni presentano limiti e ambiguità, ma sono ugualmente 

assistite dalla meravigliosa libertà dello Spirito, che conosce cammini 

misteriosi e inattesi. 


6. Ogni religione è portatrice di un enigma irriducibile e irrevoca- 

bile, non potendo essere intesa come un segno di attesa che troverebbe 

la propria continuità logica e il proprio compimento pieno in un’altra tra- 

dizione religiosa. La ricchezza delle religioni non è qualcosa che si trovi 

al di fuori di esse, come se il loro valore consistesse nella loro capacità di 

aprirsi positivamente a quello che ignorano. 


7. Disconoscere questo enigma o mistero che coinvolge ogni tradi- 

zione religiosa significa non onorare la sua specificità unica, e disprezzare 

la ricchezza insuperabile dell’alterità. 


8. Sostenere un’asimmetria di base tra le religioni - la cosiddetta 

asimmetria di principio - va contro la dinamica misteriosa dei doni di un 

Dio che abbraccia la diversità. 


9. L’esperienza di fede in un Dio creatore, presente e operante in 

tutti i popoli del mondo, implica il riconoscimento della sua presenza viva 

e accogliente tra le diverse tradizioni religiose. 


10. Dio opera nella storia attraverso mediazioni distinte e diversifi- 

cate. Non c’è ragione plausibile per concentrare la mediazione fondamen- 

tale della presenza salvifica di Dio in un’unica istanza o “porta”, dovendo 

al contrario riconoscere altre forme di questa mediazione, che possono 

essere una persona, ma anche delle Scritture, un avvenimento storico, un 

insegnamento o una prassi. 


11. Accettare il pluralismo religioso come un valore in sé - il cosid- 

detto pluralismo di principio - è una condizione essenziale per il vero 

dialogo interreligioso. Non è possibile dialogare veramente con l’altro 

disconoscendo la ricchezza e il valore irriducibile della sua dignità reli- 

giosa. 


12. Limitarsi a un’unica tradizione religiosa, escludendosi dalla 

provocazione creativa del dialogo con l’alterità, comporta la perdita delle 

ricchezze preziose che irradia la dinamica rivelatrice di Dio, che opera 

nella storia sempre e in ogni luogo. 


13. Il riconoscimento della presenza del Mistero Maggiore negli 

altri conferisce una nuova prospettiva all’identità, rendendo possibile 

l’apertura a nuove e arricchenti dimensioni della stessa fede. 


14. Lungi dall’indebolire la fede, il vero dialogo apre orizzonti 

nuovi e fondamentali per la sua affermazione in un mondo plurale. 


15. Accogliere il pluralismo come un valore in sé non implica solo 

il dialogo tra le religioni, ma anche l’apertura e la complementarità verso 

altre forme di opzioni spirituali, che siano religiose, a-religiose o post- 

religiose. 


http://www.adistaonline.it/js/uploaded/Religioni_e_Pace.pdf

Faustino TEIXEIRA 


Juiz de Fora, Brasile

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